BOCCA DI LUPO by Benedetta Faedi

Pubblichiamo questo racconto inedito di Benedetta Faedi con l’occasione di segnalare anche il suo recente libro per bambini Coriandoli, pubblicato da Infinito Edizioni. Illustrato da Stefania Onidi.   https://amzn.eu/d/0dpmO2B 

BOCCA DI LUPO 

Elena aprì la porta di vetro del ristorante. Dentro non c’era quasi nessuno: era ormai tardi per il pranzo, ma ancora presto per la cena. Benché vivesse a Londra da qualche decennio, era rimasta profondamente italiana in alcune abitudini, come gli orari dei pasti. Amava mangiare nei ristoranti vuoti durante le prime ore del pomeriggio, quando fuori la città sembra rallentare la sua corsa e dentro c’è solo il rumore di piatti e bicchieri.

Il direttore di sala la accolse con un gesto di benvenuto plateale che le concedeva ampia scelta su dove sedersi. Elena gli sorrise e si affrettò ad accomodarsi su uno degli sgabelli del bancone di marmo bianco che si affacciava sulla cucina a vista. Si tolse la giacca, scoprendo il petto arrossato dal primo sole di uno stentato maggio britannico, che alternava ondate di caldo a improvvisi diluvi. Cominciò a sfogliare il menù; la copertina riportava il nome Bocca di Lupo e raffigurava il profilo di un lupo, appunto, che ululava alla luna. Dopo aver studiato con attenzione la lista dei piatti provenienti dalle tradizioni culinarie di differenti regioni italiane, ordinò, senza esitazione, delle tagliatelle al ragù e dell’acqua frizzante. Poi, appoggiando il mento sulle nocche delle mani screpolate dal vento, si voltò a guardare quello che succedeva in cucina.

Una ragazza slavata, con un fazzoletto bianco annodato sulla testa, stava preparando della pasta fresca. I suoi polpastrelli mischiavano lentamente le uova con la farina che le circondava come una ghirlanda di cime innevate. Dopo avere amalgamato gli ingredienti in un composto grumoso, la ragazza cominciò a lavorarlo con decisione con il palmo della mano fino a farne una sfera perfettamente liscia e morbida. Poi lo coprì con uno strofinaccio e lo lasciò sulla spianatoia a riposare. Accaldata dallo sforzo, bevve un sorso d’acqua, e sparì dietro una porta a soffietto.

Quando riemerse, Elena la stava aspettando. Il vento aveva appena cominciato a tintinnare contro le finestre. La giovane cuoca riprese il suo lavoro: prima tirando la sfoglia con il mattarello fino a renderla un ovale lungo e lucente, poi ripiegando la pasta come un foglio di origami e, infine, tagliandola in strisce sottili, che strecciava sbattendole come fruste sulla spianatoia. Quando ebbe finito, si asciugò le perle di sudore che le brillavano sulla fronte con l’avambraccio infarinato. Voltò lo sguardo verso il bancone e si accorse della sua spettatrice.

“Posso avere una tagliatella cruda, per favore?” le chiese Elena in italiano supponendo di essere compresa.

“Cruda?” La ragazza domandò sorpresa, in perfetto italiano.

Elena annuì risoluta.

“Aspetti, chiedo al cameriere di portargliela.”

“No, no per piacere. Me la dia lei così, senza complimenti”, rispose Elena.

La giovane cuoca pulì le mani infarinate sul grembiule e gliela porse quasi furtivamente.

“Grazie” sussurrò Elena complice.

Prese la tagliatella con la punta delle dita, la arrotolò intorno al polpastrello dell’indice come un filo da cucito, e se la infilò in bocca socchiudendo gli occhi. Appena la farina le si incollò al palato come polvere, un sapore fresco e mordente la fece trasalire e la riportò lontano, alle domeniche mattina della sua infanzia, quando si nascondeva sotto il tavolo di cucina dietro la sfoglia che pendeva come un lenzuolo al vento. Sotto quella tenda colore del grano, contrariamente alle raccomandazioni degli adulti, Elena aspettava il momento giusto per sfilare di nascosto le prime tagliatelle fresche di coltello, che sapevano ancora di uovo crudo e di proibito.

Dopo avere inghiottito, Elena riaprì gli occhi. Incrociando lo sguardo interrogativo della giovane cuoca, mimò con le labbra un semplice “Grazie”. Non c’era da aggiungere altro.


——

Benedetta Faedi, allieva di Leo Benvenuti all’ANAC, sceneggiatrice per la Rai (serie Stiamo bene insieme), assistente alla regia a teatro per Maddalena de Panfilis, si è laureata in Giurisprudenza a Roma, ha studiato e lavorato a Londra, e ha conseguito un dottorato all’Università di Stanford in California. È autrice dell’albo illustrato Coriandoli (illustrazioni di Stefania Onidi, prefazione di Ilaria Gaspari, introduzione di Susanna Mattiangeli) pubblicato da Infinito & Edizioni Estemporanee il 31 marzo, 2023. In lingua inglese, ha pubblicato i saggi Gender and Violence in Haiti: Women’s Path from Victims to Agents (Rutgers University Press: 2014), International Perspectives and Empirical Findings on Child Participation (con Tali Gal, Oxford University Press: 2015) e Child and Youth Participation in Decision-Making: Experiences from Developing Countries (con Tali Gal, Elsevier: 2020), oltre a numerosi articoli su discriminazione e violenza di genere, diritti delle donne e dei bambini. Scrive per Nazione Indiana e Limina. I suoi racconti sono apparsi in antologie edite da Giulio Perrone Editore e sulle riviste Blam, Coye Periferie Letterarie, Hook Magazine, Morel Voci dall’Isola, e Piegami. Vive a San Francisco, dove insegna all’università.

 

CORIANDOLI

Una bambina – la protagonista di questo libro delicato e coraggioso – viene presa di mira a scuola da tre ragazzini più grandi perché è molto alta. Questa persecuzione quotidiana tormenta le sue giornate e turba la sua serenità. Ma un evento semplice e naturale, come spesso accade nella vita reale, la porta a guardare la situazione da una prospettiva diversa, a ridimensionarla e a superarla. Un racconto delicato sulla discriminazione, sulla capacità di affrontare la prepotenza altrui e le ingiustizie, e sulla possibilità di riacquistare fiducia in se stessi. “Hemingway ha scritto una volta che il coraggio è la grazia sotto pressione: ecco, è proprio questa la ragione per cui il piccolo libro che avete in mano è un libro coraggioso”. (Ilaria Gaspari)“Chi scrive le storie, e anche chi le disegna, mescola ciò che vede con i ricordi e con le invenzioni, ricavando qualcosa di nuovo e unico”. (Susanna Mattiangeli)

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