DONDOLINO by Monica Pace

- Dondolino! Dondolino!

- No, smetti! Adesso basta dondolino, andiamo a pranzo: lo senti l’odore del pomodoro come piace a te? -

Il bambino arresta per un attimo l’ondeggiare in avanti e indietro che lo attraversa, mentre, seduto a terra con le gambe incrociate, fissa di sbieco l’incrocio delle assi del parquet, le narici rivolte casualmente in direzione della cucina.

- Vai a lavarti le mani, che si fredda la pasta e la nonna aspetta.

- Anahit, solo altri due. - Ricomincia quel suo oscillare avanti e indietro che parte dalla testa, ma è già ovunque dentro di lui. Questa volta è un andare e tornare lieve, poco convinto.

Anahit rimane a una distanza rassicurante, ha imparato da poco come si fa. Guarda verso il sole schermato dalle tende e sospira - Va bene, ma solo due però.

Il bambino alza la testa verso la parete fitta di scaffali spessi senza altro spazio che per i libri accumulati dalla sua famiglia. La libreria sembra richiudersi su di lui. Con la bocca come una linea dritta e senza sbaffi, si alza e si perde con lo sguardo tra i ripiani di legno scuro e lucido.

Questa è la stanza della pace, il luogo dove non arriva il rumore dall’esterno: Anahit sa che se lo perde di vista per un attimo è lì che lo ritroverà a compiere sempre quel suo medesimo rito. Lo osserva mentre si accosta a un ripiano posto alla sua altezza, gli occhi intensi per la scelta che sta per compiere. Estrae un libro con una cura adulta e con una logica tutta sua: - Alain Fournier, Il grande amico. Copertina verde con Medusa su fondo bianco e cornice. A. Mondadori editore, Milano 1933, Anno XI. Traduzione A. Banti. Prezzo netto Lire 9 -. Si ferma un attimo a controllare che Anahit non sia mossa. - Ernest Hemingway, Addio alle armi. Copertina rigida verde con Medusa su fondo bianco e cornice. A. Mondadori editore, stampato in Italia, 1954. Traduzione Fernanda Pivano. Prezzo netto Lire Mille.

Anahit fa per accostarsi.

- Aspetta! Devo fare il terzo, devo fare ancora il terzo! -

- Avevamo detto due, mi sembra -

Il bambino si aggrappa al libro successivo la testa voltata verso Anahit e lo sguardo oltre, verso un punto senza una geografia. Lei gli mostra le mani aperte ad attenderlo e quindi lui cambia scaffale, un po' più in là, un po' più lontano dalla finestra e da lei. Passa da un piede all’altro ribaltando il dondolino nella parte inferiore del corpo, tanto sa che per fortuna dai piedi si trasmetterà a tutto il corpo, come vuole lui. Sceglie uno di quelli lunghi, per prendere tempo: - Omero, Odissea. Copertina verde con foto del busto di Omero su fondo rosso, 1951, edizione minore, Ippolito Pindemonte traduttore, Società Editrice Internazionale, curatéla Onorato Castellino e Vincenzo Peloso; allegata cartina dei viaggi e la casa di Ulisse, prezzo netto lire 950. Qualcuno ha scarabocchiato la faccia di Omero -. Si ferma e lo rimette al suo posto a occhi chiusi con un respiro placato. Anahit gli sorride inutilmente, con le mani in grembo, mentre lui attraversa la stanza; si ferma solo un istante al mutare delle linee del pavimento quando entra in cucina senza essersi lavato le mani.

Trascorrono così le sue giornate: tra le cure estranee di Anahit, i pasti con la nonna ai quali la bambinaia straniera è stata ammessa controvoglia, e i momenti nella stanza dei libri, dove la luce si distribuisce lungo i vari scaffali con il giro del sole, secondo orario e stagione. Anahit ha notato che il bambino tende a prendere i libri più distanti dalla luce diretta, seguendo un percorso che di fatto non lascia indietro nessuno, quasi che il suo recitativo ad alta voce possa dargli la conferma che un’esistenza è possibile, basta seguire un ordine, basta ritrovare conferma di sé nei libri che lo aspettano sugli scaffali.

La stanza, che di giorno accoglie il bambino con i suoi rituali, la notte è tutta per lei. Nel silenzio, quando finalmente il respiro di lui assume una cadenza di normalità e i suoi occhi non devono fuggire dagli occhi degli altri, Anahit familiarizza con la sua nuova lingua e intreccia relazioni ardite con autori e autrici che non ha potuto leggere alla giusta età: la notte pareggia il suo arretrato con la Storia. Lei porta il nome antico della Dea della conoscenza, dell’acqua e della guerra, e poi Anahit la guaritrice, rappresentata mentre culla un bambino tra le braccia, Anahit che scappa attraverso i confini minati nell’inverno dei Balcani già così lontana dalle sue pianure e dalle sue montagne, Anahit che sogna la musica nelle parole. Ogni tanto, mentre legge avida, avvolta in una coperta troppo morbida, le parole di quei libri la rimandano indietro tra i luoghi dove ha vissuto prima di arrivare nella casa. Quel calore eccessivo, quel divano troppo comodo, quelle luci perfette per la lettura, quella libreria, le sembrano il paradiso e il prezzo da pagare per entrarvi in fondo è poca cosa: lui è ancora abbastanza piccolo e tutto sommato ubbidiente. Non hanno instaurato una vera e propria familiarità: vige tra loro una circospetta neutralità che serve a mantenere la routine necessaria al bambino e un tetto sulla testa per Anahit.

All’inizio ha provato entrare nelle grazie della nonna, a creare una complicità se non di donne, almeno di figure deputate all’accudimento, intrappolate nella continua necessità di trovare le strategie per farlo vivere tranquillo dopo la scuola, che lo restituisce alla casa immutato, giorno dopo giorno. Tentativi sprecati: la nonna non è mai andata oltre un’accoglienza formale e una rigida suddivisione dei compiti tra loro che prevede il mantenere al minimo le interazioni con il nipote e con la stessa Anahit. L’anziana esce poco di casa e conduce una vita ritirata dal mondo e dagli affetti. Anahit l’ha vista tentare di posare la mano sui capelli del nipote solo una volta che lui era scivolato sulle foglie in giardino sbucciandosi un ginocchio. All’avvicinarsi della nonna lui le aveva lanciato un’occhiata di sfuggita e si era rifugiato in un dondolino disperato, e lei aveva rinunciato a toccarlo; poi, alzando un po' il mento, aveva incaricato Anahit di disinfettare la ferita e si era eclissata silenziosa.

Un altro pomeriggio è cominciato: - John Steinbeck, Furore. Copertina bianca con una B che esce da un fiore e cornice con due righe rosse senza altre figure, 1942, Anno XX. Carlo Coardi traduttore. Bompiani, prezzo netto lire 30 -. Tra una lettura e l’altra si ripete dolcemente – dondolino, dondolino - cullandosi al suono di questa parola. - Curzio Malaparte, La pelle, storia e racconto. Copertina rossa e scritte bianche, 1950, Aria d’Italia Editore, senza prezzo di copertina.

- Eccoti qua - dice Anahit. Lui la osserva di lato a testa bassa senza rispondere. - Proviamo a fare un nuovo gioco, che ne dici? Secondo me ti piacerà! - Si avvia decisa verso uno scaffale e ne estrae un libro che fa parte di una collana di molti volumi. - Guarda questo qua: Selma Lagerlöf, Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson, copertina rigida verde dorso oro, collana premi Nobel di letteratura volume XI, 1964, Silvia de Cesaris traduttrice, Fratelli Fabbri Editori. Parla di un’avventura di un ragazzino come te. Che ne dici se lo apriamo e lo leggiamo anche dentro? Potrai viaggiare con la fantasia in posti bellissimi, lontano da qui. Inizio io a leggerti qualche pagina. “C’era una volta un ragazzo. Era sui quattordici anni circa, lungo, dinoccolato e coi capelli color della stoppa. Era presso a poco un buono a nulla” -. Il bambino rimane interdetto, passa da un piede all’altro succhiandosi le guance, le mani si aprono e si chiudono mentre fissa le righe del parquet.

- No! - Urla con tutto il fiato che ha - No! Rimettilo a posto, si rovina, rimettilo a posto subito! Non lo puoi aprire! - Anahit continua imperterrita e lui si copre le orecchie per non sentirla, inizia dondolarsi freneticamente piegando il busto avanti e indietro - Sei cattiva! Dondolino! - Forse è proprio così, solo una cattiveria, e lei chiude il libro. Il bambino sembra spezzarsi in due, preso da un vento interiore che lo piega in burrasca, poi si ferma un istante a sorvegliare che lei rimetta il libro al suo posto.

Anahit ha visto combattere contro un tale vento solo nelle pianure senza alberi di casa sua dove l’erba rada e i bassi cespugli stagionali non potevano far altro che assecondarlo. Avrebbe voluto che lui potesse governare il vento e farsi trasportare come Nils, vedere il mondo dall’alto, magari costruirsene uno nuovo, tutto per sé. E invece è rimasto lì, opposto alla sua personale tempesta, intento a guardare gli scaffali, con il sole che fa il suo giro e lo illumina da dietro. Anche sulle pianure di casa sua, Anahit ricorda che non c’era mai né un vincitore, né un rifugio contro l’impeto cieco del vento.

Tutt’attorno si fa silenzio e lentamente lui si calma. Prende una scaletta per raggiungere i libri più in alto toccando con un dito il dorso dei volumi, mormorando qualcosa che Anahit non riesce a cogliere. Finalmente, rassicurato dall’assenza di perturbazioni, azzarda: - Jean-Paul Sartre, L’età della ragione. Copertina beige con banda bianca e due pesci con le code intrecciate. Orio Vergani traduttore, Valentino Bompiani Editore, 1956. Lire Mille -. Dondola leggermente sui piedi, la crisi sembra superata. - Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo. Copertina rigida gialla con immagine di servitori che si inchinano a un nobile. Giangiacomo Feltrinelli editore, 1959, collana diretta da Giorgio Bassani -.

Anahit lo affianca, temendo che possa cadere dalla scaletta.

- Scusami per prima, ne dico uno come vuoi tu e poi continui da solo, va bene? - Lui fa di sì con la testa, è necessario fare pace. - Franz Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh, volumi, da I a IV, copertine disegnate a colori con persone tristi, scene di guerra, un cimitero, 1953, C. Baseggio unico traduttore autorizzato dal tedesco, Collana del Pavone XV-XVIII, A. Mondadori editore. Lire 250 a volume -. Le è sembrato di intravedere come un distendersi dei tratti sul viso del bambino. Mentre lui prosegue con la minuziosa elencazione del contenuto della libreria, Anahit lo osserva dal divano, sbeccando le punte dei fagiolini, nell’attesa della notte.

Quando ha finito, prima di entrare in cucina, si affaccia alla porta semiaperta della camera della nonna. - Mi spiace, davvero pensavo che forse avrei potuto sbloccarlo almeno un po', mi rende triste vederlo così ogni giorno -. La nonna alza gli occhi dall’uncinetto e la guarda dalla sua poltrona - Non c’è niente che tu possa fare, che nessuno possa fare per lui.

- Nel mio villaggio c’era un ragazzo così difficile…

- Il tuo villaggio è lontano, Anahit

- Forse potremmo comprare nuovi libri con le figure, sono tutti così vecchi! Io potrei… -

La nonna guarda il vento che scuote le fronde degli alberi in strada, o forse qualcosa che Anahit non vede.

- Cosa potrei mai leggere che io già non sappia? E che differenza pensi possa fare per lui?

Anahit respira a fondo con le braccia attorno alla ciotola dei fagiolini appoggiata al ventre: osserva i baccelli verdi, estranei, quindi si avvia in cucina in silenzio.

La voce della nonna la accompagna quieta - È tardi, è inutile - e le sue dita tessono merletti automaticamente con quel piccolo arpione addomesticato, mentre fuori il vento sembra voler sradicare gli alberi e portarli lontano.

È un po' che non lo sente, deve andare a vedere che cosa stia facendo, in fondo è il suo lavoro. Lo trova in piedi sulla scaletta proteso verso i ripiani più alti, quelli che visita di rado. Sta puntando il dito su un libro: ha gli occhi sgranati, un tremito sulla faccia, e accenna nuovamente un dondolino. Anahit gli si avvicina temendo una caduta. Lui la guarda per un solo istante - Questo prima non c’era, non c’era. Anahit Muradyan, Poesie in forma di luce. Copertina con foto di una montagna brulla su una grande pianura, 2021, traduzione Carla Di Campo, Sconfini Editore. Euro 9,90. Non appartiene alla libreria, bisogna toglierlo, toglierlo subito! - Lo estrae e lo passa a Anahit senza guardarla. - Hai ragione, è proprio fuori posto. Scendi da lì che andiamo a fare merenda.

Monica Pace è nata a Firenze e vive a Roma dove fa la ricercatrice. Due suoi racconti sono inclusi in Vie di fuga e equiVoci, ebook a cura di «Cattedrale» e della Scuola del Libro. Alcuni suoi racconti sono pubblicati su Retabloid e Spazinclusi.

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