LA LOGICA DEL CUORE - LOGICAL AFFAIRS OF THE HEART #1
Una rubrica mensile dedicata ai problemi sentimentali “millennial” per tutti quelli che seguono Hook, firmata immancabilmente dal nostro Esperto.
A monthly column that tackles the matters of the heart of our millennial era, for all of our loyal followers, penned by our Expert, our advice columnist.
Oggi, conoscerete il nostro filosofo della scienza, il sedicente Esperto. Introdurrà per voi, seguaci di Hook, la rubrica La logica del Cuore, che analizzerà secondo i dettami della logica classica i vostri problemi d’amore. Sarà qui per voi ogni mese. Vi invitiamo a scrivergli e sottoporgli i vostri dilemmi. Lui vi darà risposte esatte.
Today we introduce our brilliant scholar of Philosophy of Science, our self-appointed Expert. He will guide you, our trusted Hook readers, through this column The Logical Affairs of the Heart, analyzing your modern romantic problems, through the lens of Classical Logic. He’ll be here for you every month. Feel free to write him your most intimate doubts and open up to him. He will always have the right answer.
The English Version is right below the Italian one.
This first column is an introduction to meet our Expert and understand his approach.
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INFERENZE DEDUTTIVE
Parla l’Esperto:
Blaise Pascal, nei Pensieri, scrisse: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.
E qui la vulgata ci presenta la solita solfa: il cervello pensa, il cuore palpita. E tirano, come i cavalli del mito platonico, da due parti diverse.
C’è da dissentire. Ma a difesa di Pascal va detto che il problema sta nell’idea che abbiamo di questa ragione e di queste ragioni. Un’immagine rimasta a lungo troppo stretta e insieme troppo vaga.
Dunque, appunto, ragioniamo
Se il cuore ha effettivamente le sue ragioni allora il cuore pensa.
Magari in un modo particolare. Magari anche in maniera sorprendentemente corretta.
L’inghippo è che forse questo modo non è, per così dire, quello “classico”.
Per questo forse la ragione non conosce le ragioni del cuore. Sono ragioni che parlano per sistemi diversi, e non si capiscono.
Se il cuore ragiona quindi, si tratta di capire come.
Ora su questo modo “classico” bisogna spendere qualche parola.
Non riguarda “le flotte di navi” dell’Odissea, né riguarda le teorie del Winckelmann, né il rifarsi a un qualcosa di talmente sedimentato in noi da essere lo standard delle nostre categorie e la base delle nostre azioni (o presunto tale).
No. Con “ragionare classicamente” qui si intende pensare in accordo con una logica (quella “classica” appunto) che per secoli è stata considerata l’unica “giusta”.
Iniziata con Aristotele e gli Stoici (semplificando un poco, le storie delle discipline sono sempre più complesse), cresciuta nel medioevo, fiorita nell’Otto-Novecento grazie alla sua sistematizzazione e formalizzazione matematica, la logica è stata fra l’altro quella cosuccia che sta alla base della mia possibilità di scrivere queste poche righe su uno schermo, vera finestra aperta ai miei occhi sulla mente di un “calcolatore elettronico”.
Ecco, tradizionalmente, la logica classica è stata la logica pensata, percepita e creduta come l'ideale per guidare il ragionamento.
Siamo pronti a ritenere che logica e ragionamento vadano a braccetto. E di fatto crediamo che se qualcuno ha ragionato male è perché non lo ha fatto logicamente, o che un argomento sia sbagliato quando non è logicamente corretto.
E quindi com’è che il cuore ragiona in maniera non classica?
Pensate a una classica inferenza deduttiva (in altre parole uno schema formale che, date certe premesse, vi permette di derivarne necessariamente una conclusione, non importa di che si stia parlando): il cosiddetto “modus (ponendo) ponens”.
Un modo di affermare affermando.
Questo schema in sostanza vi dice che se è vera una qualche forma di condizionale del tipo “se p allora q” e se è vero anche “p”, allora senz’ombra di dubbio sarà vero pure “q”.
Un esempio vi eviterà, spero, di andare a battere la testa nel muro.
Parlano due amiche.
“Ehi ma che mi dici del tipo che hai conosciuto l’altra sera? Sembra carino. E poi ha qualcosa negli occhi, uno sguardo da stronzetto”
“Beh se è stronzo allora mi piace”
“Te lo dico, Laura lo aveva già visto e pare che sia un narciso arrogante”
“Perfetto, allora mi piace di sicuro!”.
Visto? La logica funziona.
Ma com’è che poi la nostra amica desiderosa di essere conquistata da manipolatori maniaci dell’ego poi finisce per dire “accidenti a quando l’ho incontrato quel pezzo di merda”?
Verrebbe da accusare la logica.
E invece no, non è colpa sua.
Abbiamo solo applicato al cuore le ragioni della ragione.
Invece vedrete.
Ad oggi, molta ricerca è stata dedicata esattamente a quali tipi di sistemi logici siano più o meno appropriati per guidare il nostro ragionamento.
Allora ci si può chiedere se ne esistano alcuni più adatti ai ragionamenti del cuore.
Pascal forse, potrebbe esserne addirittura soddisfatto.
Io, sempre per rimanere in tema, ci scommetto.
DEDUCTIVE INFERENCES
“The heart has its reasons which reason knows nothing of…” once wrote Pascal in his book “Thoughts”
And here comes the ‘average Joe’ chiming in, as usual: the Brain thinks, the Heart flutters. And they are pulling in opposite directions, like the horses in Plato’s story.
It doesn’t quite work like that. Although, in Pascal’s defense one must say that the problem is in this idea that we have when we picture Reason or these ‘reasons’. A view that is simultaneously too narrow and too wide.
Then, let’s put our thinking caps on.
If the Heart actually has its reasons, then the Heart thinks.
Maybe in its own unique way. Maybe hitting the bullseye once in a while.
The tricky part is not - how shall we put it - the classical one.
If Reason doesn’t know the reasons of the heart, we have to wonder why. They are rational systems that speak different languages and don’t quite understand one another.
If the Heart reasons then we have to figure out why. And let’s get back to that word, “classical” It’s not about the Ancient Greeks, with their “fleet of ships” (Odyssey), it doesn’t concern Winckelmann, nor it goes back to something we have internalized so deeply at the core of our actions and mental categories.
No, when we “reason classically” we think accordingly to a Logic (the Classical one), which for centuries was the main authority in any matter.
It started with Aristotle and the Stoics (dumbing it down a little, the singular histories of each discipline are a tad more complex), it grew in the Middle Ages, it flourished in the 20th and 19th Century thanks to its systemic application and mathematical formalization; Logic is also that one little gear that allows me to write these fleeting thoughts on the screen, a real window that connects my eyes to the mind of an “electronic calculator.”
There you go: traditionally, Classical Logic, was the kind of Logic conceived, perceived and considered as the Ideal to guide reasoning.
We are then ready to infer that Logic and reasoning go hand in hand. And we truly believe that if someone has poor judgment, he didn’t think things through logically or that an argument is wrong when it’s not logically correct.
So, how does the Heart reason in a non-classical manner?
Think about a classic deductive inference (in other words a formal layout that, given certain premises, allows you to deduct others in order to reach a conclusion, no matter the topic: the so-called modus (ponendo) ponens
A way of asserting, while asserting.
This formula basically tells you if some conditional affirmation is true such as “if p is q” and if p is also true, therefore q will undoubtedly be true.
An example can help, before you go bang your head against the wall.
Two friends are chatting.
“So how do you feel about that guy you met last night? He seems cute. And there’s something kind of edgy, you can tell he’s a bit of an asshole”
“Well if he’s a bit of an asshole he’s definitely my type”
“I’m telling you. Laura had already seen him and he’s super narcissistic”
“We’re set then. I definitely like him”.
See? Logic works
How is it then, that our dear friend, so eager to be seduced by ego-maniac manipulators will inevitably end up saying “I should have never met that piece of shit”?
I guess one could point their fingers at Logic.
It’s actually not ‘her’ fault.
We just applied rational mechanism to the Heart.
Now you’ll see what I mean.
Up until today a lot of research focused on those logical systems which fit our way of thinking about reason. This is why we should ask ourselves if there are more efficient and precise ways to understand the Heart’s reasons.
Pascal would be very pleased. Maybe.
I, on the other hand, am ready to bet on it.
Federico Boem Ha applicato le ragioni sbagliate per quasi tutta la vita e oraper punizione si ritrova a scriverne. Nato come armchair philosopher, conosce quel che basta della logica per far perdere il capo al lettore sprovveduto ma per formalismi arditi si rivolge ad amici specialisti. La biomedicina è la sua seconda casa. Sa nominare in latino numerosi animali e piante. Recentemente ha elevato i batteri simbiotici che vivono nel suo corpo a parte propria di esso.
Federico Boem has always lived by all the wrong reasons and now he finds himself writing about them, as a punishment. Self-made “armchair philosopher’, he knows enough about Logic to persuade the distracted reader, but when it comes to harder stuff he always checks with his friendly specialists. The biomedical realm is his second passion. He knows the Latin names of many animals and plants. He has recently welcomed the symbiotic microorganisms inside his body as one and the same thing as himself.