LA LOGICA DEL CUORE - LOGICAL AFFAIRS OF THE HEART #4

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Una rubrica mensile dedicata ai problemi sentimentali “millennial” per tutti quelli che seguono Hook, firmata immancabilmente dal nostro Esperto.

A monthly column that tackles the matters of the heart of our millennial era, for all of our loyal followers, penned by our Expert, our advice columnist.  

Negli episodi precedenti avete conosciuto il nostro filosofo della scienza, il sedicente Esperto e discusso altri problemi. Introdurrà per voi, seguaci di Hook, la rubrica La logica del Cuore, che analizzerà secondo i dettami della logica classica i vostri problemi d’amore. Sarà qui per voi ogni mese. Vi invitiamo a scrivergli e sottoporgli i vostri dilemmi. Lui vi darà risposte esatte.

In the previous episodes you met our brilliant scholar of Philosophy of Science, our self-appointed Expert who discussed other issues. He will guide you, our trusted Hook readers, through this column The Logical Affairs of the Heart, analyzing your modern romantic problems, through the lens of Classical Logic. He’ll be here for you every month. Feel free to write him your most intimate doubts and open up to him. He will always have the right answer.

The English Version is right below the Italian one.

 

Amori induttivi

Caro esperto, mi chiamo Jacopo e non so come risollevarmi dopo la batosta che ho preso.
5 anni fa ho conosciuto Giulia. All’inizio parte piano. Iniziamo a vederci, a conoscerci e mano a mano scopriamo che ci piacciono le stesse cose.

La cioccolata ci piace calda ma non troppo, mettiamo lo stesso numero di cucchiaini di zucchero nel caffè, preferiamo le vacanze al mare piuttosto che in montagna, abbiamo gli stessi gusti in fatto di cinema.
Pensa, una sera tornai a casa molto stanco dal lavoro. Le avevo promesso di portarla a cena fuori ma ero davvero distrutto. Tuttavia non volevo deluderla e decisi che mi sarei sforzato. Lei però aveva capito dalla mia voce al telefono come stessi veramente e quando tornai a casa si fece trovare sul divano con due bicchieri di vino dicendomi “L’importante siamo noi”. Quello che ho sempre pensato anche io!
Giorno dopo giorno quindi, sempre più conferme. La deduzione era ovvia.
Finché ad un certo punto, un mese fa mi sono convinto, e le ho chiesto di andare a convivere. Pensavo che fosse solo una questione di forma. E invece…
E invece mi ha detto di no. Prima che non se la sentiva. Che era troppo presto. Poi che non era sicura. E alla fine, dopo poco ci siamo lasciati.
Come ho fatto a sbagliarmi così su di lei?
Ti prego aiutami.

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Caro Jacopo, al solito il problema non sta in Giulia o nei suoi sentimenti.
Non sta neppure nei tuoi se è per questo. Sta in te.
O meglio, nel modo in cui ragioni.

Perché tu ti bei nelle tue illusioni di certezze e le chiami erroneamente deduzioni, ed è lì che casca il proverbiale asino.
Nessuna deduzione per te purtroppo.
Sei stato gabbato dall’idea di certezza e ti sei avventurato, sprovvisto di ogni equipaggiamento adeguato, nel famoso (ma non per questo compreso) problema dell’induzione.
Vediamo dove nasce l’inghippo che ti condusse su questo sentiero, che noi come Cassandre moderne ci sgoliamo nel far presente ma che gli uomini mortali come te non esitano a ripercorrere senza pensarci due volte.
Veniamo dunque all’induzione.
Generalmente pensiamo che le osservazioni che facciamo sul mondo che ci circonda siano in grado di giustificare alcune aspettative o previsioni su osservazioni che non abbiamo ancora fatto.
Per esempio sulla base dei comportamenti di Giulia, ad un certo punto, ti sei sentito sufficientemente sicuro e hai creduto d’averla capita, afferrata, “compresa” (nel senso etimologico del termine).
Lo stesso può dirsi circa la generalità di certe affermazioni che vanno al di là di quanto osservato (tipo la frase “tutte le donne sono stronze” affermata da te sulla base dei tuoi fiaschi).
Non mi diventare un maschio incel* e assumiti le tue responsabilità (tra cui non saper ragionare a modo!).
Ecco, tali inferenze dall'osservato al non osservato o quelle che da situazioni particolari ci fanno trarre leggi generali sono note come inferenze induttive.
Le inferenze induttive sono essenziali per la vita di tutti i giorni e soprattutto nella ricerca scientifica. Tuttavia vanno sapute maneggiare (cosa che tu hai dimostrato di non saper fare).

Ora, senza entrare nei dettagli, per farti capire parafraserò una nota storiella di Bertrand Russell che egli usò per spiegare i pericoli del ragionamento induttivo messo in atto con troppa non chalance.
Certo, il grande filosofo e matematico parlava di tacchini, tu invece sei piuttosto un pollo, ma non facciamo questioni di lana caprina (per rimanere nell’ambientazione della fattoria).
La mia storiella sarà quella dell’“amante induttivista”.

Un giovane ragazzo, si innamorò di una ragazza e dopo averle dato il bigliettino con scritto “ti vuoi mettere con me: sì – no”, si misero insieme. Fin dal primo giorno questo giovanotto osservò che la sua amata gli dava il buongiorno su WhatsApp con un cuoricino, alle 7.30 del mattino. Tuttavia da buon induttivista, egli non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni. Eseguì dunque altri accertamenti in una vasta gamma di circostanze: durante la settimana e nel weekend, d’estate e d’inverno, che lei avesse il ciclo o meno e così via. Così il giovane arricchiva ogni giorno il suo elenco, verificando la validità della sua proposizione osservativa nelle condizioni più differenti. Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un'inferenza induttiva come questa: “Ricevo il buongiorno ogni mattina con un cuoricino alle 7.30”.
Questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa la mattina dopo la festa universitaria quando, invece di venir svegliato da un cuoricino, ricevette da un amico una foto su WhatsApp che immortalava la sua ragazza avvinghiata ad un altro.

La morale di questa favola?
Per quanti cuoricini o simboli d’amore si possano ricevere nel corso di un ragionamento induttivo, non esiste modo di sapere se il prossimo messaggio di WhatsApp sarà anch'esso un cuoricino della nostra serie, indotta dalle osservazioni.
Questo perché le relazioni amorose possibili sono di fatto infinite e di infiniti tipi, e gli animi umani sono mobili e insondabili.

Ora Jacopo, non vorrei che il mio spalancarti gli occhi ti portasse allo scetticismo.
Infatti io non ho negato che tu possa crearti delle convinzioni sulla base dell’induzione. (E infatti la probabilità serve precisamente a questo, a pesare le diverse induzioni possibili cercando quelle più probabili).
Io ti ho solo sommariamente mostrato che né tu né nessun altro possedete una ragione definitiva per sostenere tali convinzioni e renderle certezze.

E quindi? A Roma dicono “stacce”.
Io ti suggerisco di fare più attenzione e di imparare a vivere con l’incertezza. Sia tu che il tuo cuore ne avrete beneficio.

***

The Red Herring of Inferring

Dear Expert, 

my name is Jacopo and I don't know how to get back on my feet after the blow I took. 5 years ago I met Giulia. We took things slow at the beginning. We started to see and get to know each other and gradually we discovered that we liked the same things.

We like hot chocolate but not too hot, we put the same number of teaspoons of sugar in our coffee, we prefer holidays by the sea instead of the mountains, we have the same taste in cinema. Just think, one evening I came home very tired from work. I promised to take her out to dinner but I was really exhausted. However, I didn’t want to let her down and I decided that I would make an effort. But she had intuitively perceived from my voice on the phone how I really was doing and when I got back home she was waiting for me on the sofa with two glasses of wine saying "We are what counts in this relationship”. Of course that’s what I always thought as well!  Day after day, things settled more and more. The next step, deductively speaking, was obvious. So at some point, a month ago, I found it in me to ask to live together. I thought it was just a formality at this point. But instead ... Instead she said no. She didn't feel like it. That was too early. She wasn't sure. And in the end, after a while we broke up. How managed to be so wrong about her? Please help me.


Dear Jacopo, 

as usual the problem is not with Giulia or her feelings. It is not even about your feelings for that matter.

But it’s something within you. Or rather, within the way you think.

Because you swim in a sea of delusions of certainties and you mistakenly call them deductions, inferences and that's where the cookie crumbles.

No deductions for you unfortunately. You have been duped into the idea of ​​Certainty and you have ventured, without any helpful equipment, into the famous (but not easy to process) problem of Induction. Let's see where the tricky elements that led you on this path arise, since we, like modern Cassandras, are trying to yell as loud as we can in order to point out but that mortal men like you do not hesitate to take this route without thinking twice. So let's try to understand Induction.

We generally think that the observations we make about the world around us are able to justify some expectations or predictions about some observations that we have not yet made. For example, based on Giulia's behavior, at a certain point you felt sufficiently secure and believed you had understood, grasped, "got" her. The same can be said about the type of statements that go beyond what is observed (such as the phrase "all women are bitches" affirmed by you on the basis of your fiascos). Don't become an incel and admit your failings and your responsibilities (including not knowing how to think properly!). Here, inferring certain things we have or haven’t observed , those that lead us to broaden and apply particular situations to general laws are known as inductive inferences.

Inductive inferences are essential for everyday life and especially in scientific research. However, they must be handled with care (you proved you are not great at that).

Now, without going into details, to make you understand I will paraphrase a well-known story by Bertrand Russell that he used to explain the dangers of inductive reasoning, when practiced with too much nonchalance. Of course, the great philosopher and mathematician talked about turkeys, but you are probably more like a chicken, but let;s not get petty  (forgive my animal-related pun:)). The story I’m about to tell you revolves around an “inductivist lover”.

A young boy fell in love with a girl and after giving her a piece of paper with the words "do you want to be with me: yes - no", they started dating. From the very first day this young man observed that, right after they “went steady”, his beloved would send him a good morning text on WhatsApp with a little heart, at 7.30 am in the morning. However, as any good inductivist, he was not hasty in drawing conclusions from his observations and tested this in a wide range of circumstances: during the week and on weekends, in summer and in winter, whether she was on her period or not. And so on. Thus the young man added to his mental list every day by reinforcing the validity of this behavior under the most diverse conditions. Until his inductivist consciousness was satisfied and he inferred this idea: "I receive a good morning text with a little heart every day at 7.30am". This concept proved to be unquestionably false the morning after a college party when, instead of being awakened by a little heart, he received photos on WhatsApp from another friend who had captured his girlfriend clinging to another man.


The moral of this story? However many little hearts symbols of love you may receive in the course of an inductive reasoning, there is no way to know that the next WhatsApp message will also be a little heart in our series, induced by our observations. This is because the possible love relationships are in fact infinite and of infinite types and people’s souls and intensions are ever-changing and mysterious. 

Now Jacopo, however, I wouldn’t want this rude awakening to lead you to cynical skepticism. In fact, I am not denying that you or anyone can create beliefs on the basis of induction. (And in fact that’s what probability is precisely for, to weigh the different possible inductive statements, looking for the most probable ones). 

I have only briefly shown you that no one, you included, has a definitive reason for supporting such beliefs. 

Then what? In Rome they say “stacce”, tough luck dude. I suggest you pay more attention and learn to live with uncertainty. Both you and your heart will benefit from that. 

 
L’Esperto - Illustrazione di Francesco Chiacchio

L’Esperto - Illustrazione di Francesco Chiacchio

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