VITA SEGRETA DELLE EMOZIONI by Ilaria Gaspari
La scrittrice Ilaria Gaspari ha appena pubblicato “Vita segreta delle emozioni” (Einaudi). Ha scritto questo breve divertissement in esclusiva per Hook, regalandoci un retroscena onirico dell’ispirazione del libro.
Una volta, anni fa – tanti ma neanche tantissimi – ho fatto un sogno che ricordo ancora nitido. Nel sogno ero la figlia di una strana coppia: Baruch Spinoza e Philp Roth. Mi direte, ma che assurdità, com'è possibile? Eppure, essendo un sogno, era possibilissimo e financo ovvio. Sapevo che era proprio così perché i due mi accoglievano come si accoglie una figlia nella loro villetta, che la mia fantasia onirica aveva provveduto a situare in un immaginario Maine, giusto per accrescere l'appagamento del desiderio con un fuggevole richiamo a un terzo padre spirituale, Stephen King, e forse pure una strizzatina d'occhio a Jessica Fletcher, omaggio alla mia passione per i gialli. La casa era naturalmente sul mare, tutta di legno bianco, travi chiare a vista - non sono mai stata nel Maine, scuserete il mio inconscio per l'abuso di stereotipi - piena di ninnoli e pot-pourri e fiori secchi in grandi vasi di cristallo. Le porte erano laccate di bianco, e alle pareti c'erano le nostre foto, di noi tre in vacanza in giro per il mondo; e c'era, esposto su un tavolino, un numero di una rivista sportiva (il mio inconscio evidentemente aveva deciso di riscattarmi da una vita di fallimenti ginnici) sulla cui copertina campeggiava una fotografia di me che con notevole disinvoltura saltavo ostacoli a cavallo. Proprio così: probabile trasposizione del popolare modo di dire "datti all'ippica".
In questo sogno, il mio genitore-Spinoza si offendeva moltissimo perché non volevo mangiare la sua torta di mele, così il genitore-Roth veniva da me a sussurrarmi di non contrariarlo, che potevo ben fare uno strappo alla regola, mangiare la torta e nessuno se ne sarebbe accorto. Ora, io non sono una psicanalista, ahimè, per cui non voglio arrischiare dilettantesche interpretazioni del sogno; ma mi pare significativo il fatto di averlo sognato in un periodo in cui lavoravo a una tesi di dottorato su Spinoza e scrivevo il mio primo romanzo, un lungo monologo lamentoso concepito idolatrando il Lamento di Portnoy come modello inarrivabile. A quel tempo, in realtà, forse perché mi sentivo inadeguata in tutto, forse perché forte era la tentazione di lasciar perdere ogni cosa (e darmi all'ippica!) il mio rapporto con lo studio mi pareva una cosa tormentosa e ardua, altro che torta di mele. Oggi, qualche anno dopo, mi rendo conto di punto in bianco che, anche se forse me ne pentirò, la torta dalle mani di Spinoza l'ho accettata: ho provato, con tutti i limiti e i difetti del caso, a trasformare quello che studiavo allora, la teoria degli affetti dell'Etica, in qualcosa di più simile a un romanzo.
Certo, rimane sempre la possibilità di darsi all'ippica, ma perlomeno, mi dico, ci ho provato, e la torta era davvero buona.
Ilaria Gaspari è nata a Milano, ma c’è rimasta poco. Ha studiato filosofia alla Scuola Normale di Pisa e alla Sorbonne. Nel 2015 esce il suo primo romanzo, il noir Etica dell’acquario (Voland). Poi la storia d’amore filosofica Ragioni e sentimenti (Sonzogno). Nel 2019, la cronaca umoristica di un esperimento, Lezioni di felicità (Einaudi). Nel 2021 La Vita Segreta delle Emozioni (Einaudi). Vive a Roma, scrive e insegna scrittura.