MONUMENTO AI CADUTI di M.Vittoria Solomita
“Siamo qui riuniti, oggi, per commemorare alcuni nostri uomini, validi combattenti che hanno sacrificato la propria vita per mettere in salvo la nostra. Si sono distinti per coraggio e senso del dovere. Pochi, tra noi, hanno saputo resistere tanto alle minacce nemiche, ai raid improvvisi, alle battaglie dal ritmo serrato, che da qualche anno scandivano il nostro lavoro, duro e sporco, ma di grande visibilità e utilità.
Tutti avvertirebbero la nostra mancanza, sebbene non sempre lo si capisca. Piogge di mitra - le fonti riportano i modelli Shamp00 e Balsam8 - hanno falcidiato i migliori, che sulla cresta sono caduti svolgendo la missione “No Golgota”. Le frange estremiste sono state rase al pettine, la nostra compagine al fronte è stata ridotta drasticamente. L’età avanza e la guerra ci preserva momenti peggiori.
Sembra di averli ancora con noi, allo specchio, come ogni mattina. In capo a tutti, il Capitano Forte, Riccio Forte, un tipo ribelle, sempre pronto a sfuggire al tiro nemico. Odiato sin da subito dall’avversario e, ciononostante, sempre in testa ai suoi uomini. Ha subito torture indicibili: getti d’aria bollente, piastre, acidi liscianti, immersioni in fanghi putridi. Ricordo con affetto e ammirazione anche il tenente Atino, Gel Atino, uomo di lunga tenuta, un indistruttibile, un duro. Ha cercato di mantenere compatte le nostre forze. E’ rimasto coi caduti, fino in fondo, attaccato al loro destino.
Anche il Sottotenente Colo, Boc Colo ha dato del filo da torcere. Un romantico, un valoroso, ha sostenuto i compagni strappati al fronte, non dimenticando quelli delle retrovie, pur sempre soggetti a caduta.
Ancora, sradicato francese, naturalizzato italiano, ricordo il soldato semplice Mèche. Valido gendarme, solare, da poco entrato nel nostro corpo, ma subito inseritosi brillantemente tra divisioni e frange secolari. Mèche ha cercato fino all’ultimo di tenere alto l’umore e il colore dei compagni al fronte, così come nei reparti laterali. Non si è lasciato strappare una lacrima, cadendo.
Con loro, infine, si è distinta la soldatessa Vertigine, un’indomita, una sovversiva. Difficile da disciplinare, anche per il nostro corpo, era in testa ad un movimento interno di forte resistenza al nemico, gli “Indiavolati”.
Le nostri fonti riportano racconti orripilanti di tagli improvvisi, mutilazioni efferate e totale mancanza di tatto. Tra le altre pene inflitte, la soldatessa Vertigine è rimasta priva d’acqua per giorni, ricevendo bagni di aceti e acidi, se eccessivamente ostile.
È stato uno sterminio sistematico e capillare. E tutto questo ci lascia basiti, perché la situazione peggiora alla vigilia di un Natale, presentatosi, come da tradizione, ricco di fiocchi.
Oramai i fiocchi cadono sul fronte, sul tronco, sugli avambracci. È un tripudio di forfora e i nostri caduti nulla possono contro l’Alopecia Androgenetica. È il silenzio degli Innocenti. Compagni ricordiamo i nostri martiri caduti per una giusta causa e mai rimpiazzati. Che il capello liquido sia con voi. E se non sapremo combattere contro l’alopecia ci ritroveremo tutti da Madame-Parrucca a sbronzarci di Bioscalin e Keramine-H. Si scopra pure la scultura commemorativa dedicata ai nostri militi, il Monumento ai Caduti.”
M. Vittoria Solomita è un’autrice comica teatrale e televisiva. Il suo libro “Letture Stimolanti” è uscito nel 2011, Edizioni Montecovello.
"Mentre ero sul palco sentivo il pubblico ridere. Ridere forte. Ridere davvero. Così quando ho deciso di scrivere uno spettacolo comico tutto per me ho deciso di incontrarla. Maria Vittoria è una meravigliosa esile creatura che si presenta con uno sguardo smarrito in un caffè di moda e poi è capace di fare di tutto quello che le sta attorno un puntino e gettarlo nell'aria" . "Sono un'autrice demenziale" ha esordito con me. "Mi devo preoccupare?" credo di averle risposto
Sabrina Paravicini